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Storie di Yoga: il difficile è lasciare andare

vita da yogi Aug 05, 2022

I benefici che lo yoga può dare a livello mentale, la formula giusta per rimanere costanti con l’impegno di salire sul tappetino e l’emozione che sale nel percepire sensazioni mai provate prima.

In questa prima intervista della rubrica che dà voce agli iscritti della scuola Fly Flow Yoga, la nostra yogi Erminia ci parla del suo personale percorso, per condividere un messaggio appassionato con tutti noi.

“Ho incontrato casualmente questa disciplina una decina di anni fa. Stavo per iscrivermi di nuovo in palestra, la classica palestra che avevo già fatto in passato, ma un'amica che iniziava lo yoga per combattere dei problemi alla schiena e rilassarsi mi ha fatto venire la curiosità di provare”, ci spiega Erminia.

“Quando ho iniziato ho capito che quello era proprio il momento giusto per me: stavo effettivamente cercando qualcosa di diverso e volevo entrare un pochino più in contatto con me stessa per esplorare alcuni lati, un pochino più intimi.

Anche se all’inizio l'ho presa con molta leggerezza, praticando giusto una volta a settimana, già sentivo che dentro me qualcosa stava cambiando. Era però uno yoga un pochino “lento”, nel senso che la mia insegnante mi frenava molto per cui nel tempo ho perso l'entusiasmo. Non avevo trovato la spinta giusta e la persona giusta.

Poi, casualmente, mi sono imbattuta nel Challenge dei 21 giorni sul sito di Barbara (www.barbarabeltramiyoga.com). Un qualcosa che assomigliava molto di più a me: in continuo movimento e sempre alla ricerca di un equilibrio tra lavoro, vita frenetica e momenti di stacco che servono da detox.

"Mi stendo il tappetino e mi preparo a questo momento intimo con me stessa"

Il primo corso che ho fatto è stato proprio quel Fly Flow Yoga Challenge dei 21 giorni. Mi piace perché è un programma dove il primo giorno si lavorano le gambe, il secondo giorno il core, le spalle e così via, per poi dedicare al settimo giorno un po’ stretching rilassante…. che rappresenta una sorta di giornata premio per tutto il lavoro fatto nella settimana. Ho ripetuto da capo tutto il Challenge diverse volte e mi sono resa conto di aver superato i 60-70 giorni consecutivi di pratica, in totale.

Non riesco quasi mai a partecipare alle dirette settimanali (Zoom) per via del lavoro ma ho provato un po' tutti i programmi della scuola Fly Flow Yoga. Sostanzialmente mi gestisco i programmi a seconda del tempo che ho. A volte se ho meno tempo faccio la lezione di mezz’ora oppure sento che ho bisogno di lavorare i chakra e allora mi dedico a quelli.

Mi piace molto fare questi corsi di yoga online: mi concentro di più perché sono da sola e mi ritaglio questo spazio che è per me, solo per me. Non devo confrontarmi con le altre realtà (una cosa che invece mi capita tutti i giorni con le persone che vengono a negozio) perché quello spazio è solo il mio. Mi stendo il tappetino e mi preparo a questo momento intimo con me stessa, online.

Oggi dopo un anno e mezzo di Fly Flow Yoga il mio corpo funziona meglio e anche la mia mente è più in connessione con il corpo. Ho imparato anche a sentire veramente il respiro, a percepirlo dentro di me. E avvertire questa sensazione mi ha letteralmente commosso! Sono tutte novità che scopro di me stessa, di volta in volta, come ad esempio rendersi conto di avere la parte destra del corpo più rigida mentre la parte sinistra magari risulta flessibile ma meno forte”.

Durante la lunga chiacchierata la nostra Erminia ci ha poi raccontato di utilizzare lo yoga per calmare lo stress o sbollentare la rabbia di un episodio che ha mandato la giornata di traverso.

"Questo stato che mi crea l’ora di yoga è proprio la cosa che mi fa restare costante".

“Mi capita spessissimo di usare lo yoga per questo. Magari c’è un disagio, qualcosa da metabolizzare o una decisione da prendere. E allora faccio yoga perché devo capire meglio. In base a come il mio corpo risponde io capisco.

I primi 5 minuti dopo aver steso il tappetino sono molto difficili perché la testa mi riporta sempre lì, al problema. Cosa dico domani a questa persona? Come faccio ad organizzare quella cosa? Fatico a riportare l’attenzione al corpo ma poi piano piano, con la voce di Barbara che è molto tranquilla e coinvolgente… riesco a trovare il focus. Poi lei è anche molto dettagliata nelle spiegazioni, quindi non c’è neanche bisogno di guardare sempre lo schermo per seguire bene.

E dopo l’ora di lezione è tutta un'altra storia: vedi tutte le cose in un'ottica totalmente diversa e lasci andare tutti quei ragionamenti compulsivi che facevi all’inizio, ricordandoti che le cose vanno come devono andare: non puoi influenzarle più di tanto.

Questo stato che mi crea l’ora di yoga è proprio la cosa che mi fa restare costante. Il motivo per cui evito di abbandonare tutto, come spesso mi capita. Un anno e quattro mesi è davvero un record per me!

“A cosa punto? Mi piacerebbe raggiungere Sirsasana, la verticale sulla testa”, conclude Erminia “Quella è il mio obiettivo anche perché rappresenta un “perdere il controllo”. Al momento non sono pronta ad accogliere questa sensazione ma è un percorso a cui arrivare gradualmente vincendo la paura di farla.

Secondo me è riduttivo associare lo yoga alla prestazione fisica. Ok, anche io ho trovato dei benefici con il fisico. Anche le clienti mi hanno trovato più tonica e fa piacere a noi donne avere meno pancetta o le braccia più toniche, un pochino di vanità ci sta ma non è questo che volevo condividere.

Io lavoro con le donne e vedo che molte volte ci carichiamo di molte responsabilità. Il difficile è lasciare andare. Lasciare che le cose facciano il loro corso senza che io dovessi intervenire. Attraverso lo yoga ho capito che se lasci le cose fluire, frenando l'istinto di dover intervenire per quella situazione, quello che ti arriva è più appagante. Riesci a trovare più gratificazione. Questo è il messaggio che volevo riportare. E’ difficilissimo ma bisogna imparare a dire "ok, non ti contrasterò”.

 

 

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